
Firenze luogo d'incontro della nuova politica
"Pubblichiamo l´appello a Fassino e alle forze dell´Ulivo per la costituzione del partito democratico lanciato da esponenti del mondo universitario, del sindacato e dell´associazionismo.
Primi firmatari: Sergio Caruso, Adriano Fratini, Sergio Givone, Alessio Gramolati, Vito Marchiani, Mario Primicerio , Claudio Rossi, Guido Sacconi, Giuseppe Vettori.
La creazione del Partito Democratico si collega al tema della riforma della politica. La crisi di governo appena superata dà la misura di quanto sia necessario un salto di qualità. Va individuato un progetto di modernizzazione lungimirante e ambizioso, capace di proiettarci nel futuro. E´ compito dell´area riformatrice dare una sponda a questa esigenza, attraverso una proposta di natura sia politica, assicurando la stabilità di governo, sia culturale, individuando alcuni principi caratterizzanti, sia sociale, indicando le figure di riferimento, alla luce della composizione fluida e frammentata della società.Una prospettiva convincente deve aspirare ad un largo consenso, senza tuttavia rinunciare all´affermazione di valori fondamentali qualificanti. Un pluralismo ampio, ma ancorato ad alcuni elementi costitutivi che indicano una chiara scelta di campo. Questo nuovo orizzonte potrà nascere solo dall´incontro delle tante culture riformatrici della modernità, socialista, laica, cattolica democratica, liberale, del lavoro, ecologista, femminista, fino alle elaborazioni più recenti, che si confrontano con i limiti della globalizzazione. Si assiste alla riscoperta del primato della politica, intesa come indirizzo e governo democratico dei processi economici e sociali. Ma per offrire una risposta adeguata a questa domanda c´è bisogno di un profondo rinnovamento. Il primo passo è il definitivo superamento dell´alterità artificiosa e infondata tra tessuto civile e sistema politico. L´obiettivo è un rapporto permanente, costruttivo e fecondo tra i partiti e le competenze, le rappresentanze, le professionalità, i saperi, espressioni della cultura, della formazione, della ricerca, delle organizzazioni sociali e sindacali, del sistema produttivo, dell´associazionismo, del volontariato, del movimento cooperativo.La cura del radicamento e la promozione della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica sono componenti essenziali per la vitalità delle forze politiche. Il rilancio della dimensione civica passa dall´investimento sul protagonismo delle tante soggettività impegnate nei vari settori, a partire dai giovani, componente strategica di uno sviluppo dinamico. Un protagonismo da immaginare non in supplenza o peggio in contrapposizione ai partiti, ma con partiti e nei partiti. Una nuova stagione politica può nascere così da un incontro: da un lato incontro tra culture, dall´altro incontro tra forze politiche e energie vive presenti nella società. Firenze, come ha scritto pochi giorni fa su questo giornale anche il sindaco Leonardo Domenici, per la tradizione di dialogo che rappresenta, per l´esperienza consolidata di collaborazione tra le varie componenti della comunità locale, ma anche per il processo di trasformazione che sta vivendo e che le impone di avere un approccio aperto all´innovazione, può candidarsi ad essere un luogo privilegiato e di avanguardia in cui praticare quell´incontro. In relazione al processo di ridefinizione che sta caratterizzando l´Ulivo, dopo i congressi dei DS e della Margherita, nel capoluogo toscano potrebbe essere attivato uno spazio di confronto tra chi è impegnato nei partiti, coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni e le tante risorse presenti nella società. L´obiettivo è quello di approfondire aspetti condivisi, come contributo alle successive tappe dello scenario politico nazionale e con un´attenzione particolare al tema della formazione politica. E´ anche un modo per valorizzare le risorse attive nell´area fiorentina e per coltivare concretamente un sistema di relazioni virtuoso, pur nel rispetto della reciproca autonomia. Un progetto aperto a tutti coloro che sono interessati, senza pregiudiziali e collegato allo straordinario fermento vissuto in occasione delle primarie. Il dibattito in corso offre opportunità su cui merita impegnarsi, verso una prospettiva, il dispiegamento delle cui potenzialità richiede una tensione alta, capace di guardare lontano. "
La creazione del Partito Democratico si collega al tema della riforma della politica. La crisi di governo appena superata dà la misura di quanto sia necessario un salto di qualità. Va individuato un progetto di modernizzazione lungimirante e ambizioso, capace di proiettarci nel futuro. E´ compito dell´area riformatrice dare una sponda a questa esigenza, attraverso una proposta di natura sia politica, assicurando la stabilità di governo, sia culturale, individuando alcuni principi caratterizzanti, sia sociale, indicando le figure di riferimento, alla luce della composizione fluida e frammentata della società.Una prospettiva convincente deve aspirare ad un largo consenso, senza tuttavia rinunciare all´affermazione di valori fondamentali qualificanti. Un pluralismo ampio, ma ancorato ad alcuni elementi costitutivi che indicano una chiara scelta di campo. Questo nuovo orizzonte potrà nascere solo dall´incontro delle tante culture riformatrici della modernità, socialista, laica, cattolica democratica, liberale, del lavoro, ecologista, femminista, fino alle elaborazioni più recenti, che si confrontano con i limiti della globalizzazione. Si assiste alla riscoperta del primato della politica, intesa come indirizzo e governo democratico dei processi economici e sociali. Ma per offrire una risposta adeguata a questa domanda c´è bisogno di un profondo rinnovamento. Il primo passo è il definitivo superamento dell´alterità artificiosa e infondata tra tessuto civile e sistema politico. L´obiettivo è un rapporto permanente, costruttivo e fecondo tra i partiti e le competenze, le rappresentanze, le professionalità, i saperi, espressioni della cultura, della formazione, della ricerca, delle organizzazioni sociali e sindacali, del sistema produttivo, dell´associazionismo, del volontariato, del movimento cooperativo.La cura del radicamento e la promozione della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica sono componenti essenziali per la vitalità delle forze politiche. Il rilancio della dimensione civica passa dall´investimento sul protagonismo delle tante soggettività impegnate nei vari settori, a partire dai giovani, componente strategica di uno sviluppo dinamico. Un protagonismo da immaginare non in supplenza o peggio in contrapposizione ai partiti, ma con partiti e nei partiti. Una nuova stagione politica può nascere così da un incontro: da un lato incontro tra culture, dall´altro incontro tra forze politiche e energie vive presenti nella società. Firenze, come ha scritto pochi giorni fa su questo giornale anche il sindaco Leonardo Domenici, per la tradizione di dialogo che rappresenta, per l´esperienza consolidata di collaborazione tra le varie componenti della comunità locale, ma anche per il processo di trasformazione che sta vivendo e che le impone di avere un approccio aperto all´innovazione, può candidarsi ad essere un luogo privilegiato e di avanguardia in cui praticare quell´incontro. In relazione al processo di ridefinizione che sta caratterizzando l´Ulivo, dopo i congressi dei DS e della Margherita, nel capoluogo toscano potrebbe essere attivato uno spazio di confronto tra chi è impegnato nei partiti, coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni e le tante risorse presenti nella società. L´obiettivo è quello di approfondire aspetti condivisi, come contributo alle successive tappe dello scenario politico nazionale e con un´attenzione particolare al tema della formazione politica. E´ anche un modo per valorizzare le risorse attive nell´area fiorentina e per coltivare concretamente un sistema di relazioni virtuoso, pur nel rispetto della reciproca autonomia. Un progetto aperto a tutti coloro che sono interessati, senza pregiudiziali e collegato allo straordinario fermento vissuto in occasione delle primarie. Il dibattito in corso offre opportunità su cui merita impegnarsi, verso una prospettiva, il dispiegamento delle cui potenzialità richiede una tensione alta, capace di guardare lontano. "
1 commento:
Ma Sacconi non aveva firmato la mozione Mussi?
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